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POMPEI. Nella Basilica degli Scavi cultura di legalità per gli studenti vesuviani
La Basilica degli Scavi di Pompei palcoscenico per un processo simulato da studenti vesuviani
Simulare un processo in tutte le sue fasi, allo scopo di fare cultura di legalità, è stata un’iniziativa creativa proposta a Pompei allo scopo di indirizzare l’attenzione giovanile verso valore civile della legalità. Sarà certamente utile insistere su questo versante ed in altre iniziative positive a favore della formazione di ragazze e ragazzi. In ogni caso i risultati finali dipenderanno dagli esempi di vita che il contesto civile proporrà alle giovani leve.
E’ per questo motivo che ci facciamo testimoni del consenso e la partecipazione sentita alla performance “teatrale” dell’8 che si è giovata, peraltro, di un pubblico attento e competente alla manifestazione promossa da Apeiron Aps e Cooperativa Città della Gioia congiuntamente al Tribunale di Torre Annunziata, la Scuola e la rete delle famiglie del territorio che hanno aderito ad un patto educativo che dovrebbe in futuro promuovere anche soluzioni concrete alle istanze giovanili su tematiche molto fondamentali per il loro futuro come le pace e l’ambiente.
Bisogna segnalare a riguardo il contributo significativo del Parco archeologico che in un percorso parallelo sta sperimentando (grazie al contributo di partner professionali e sponsor) la centralità dell’esperienza attoriale che a Pompei è stata messa in campo nel Teatro Grande con l’interpretazione in chiave moderna di commedie di Aristofane.
L’intuizione del Parco ha inteso proporre la saggezza antica con il linguaggio corrente dei ragazzi, avvalendosi del palcoscenico eccezionale che assicura una marcia in più alle rappresentazioni. Una forza che potrebbe tornare utile nel progetto complessivo della scalata eroica alle coscienze generose dei ragazzi che non chiedono altro che diventare protagonisti positivi della vita come sulla scena.
La prima volta di un processo simulato nella Basilica degli scavi di Pompei, antico tempio della giustizia della Citta Antica, ha offerto l’opportunità al direttore generale del Parco Gabriel Zuchtrieghel, di regalare al pubblico presente un erudito contributo informativo su riti, modi e personaggi dell’amministrazione della giustizia durante l’Impero Romano.
Dopo la descrizione dei vari contesti normativi e giudiziari delle varie epoche successive e il raffronto tra loro non restava che concludere con Zuchtrieghel che ogni tempo ha presentato (e presenta) luci ed ombre relativamente alla formulazione delle leggi e la loro applicazione.
Alla fine il dato unificante è formato dal complesso dei modi di vivere e delle tradizioni che inducono gli organismi legiferanti a stabilire regole sui comportamenti dei singoli e i rapporti sociali, basate sull’orientamento etico prevalente adottato sul territorio.
Oggigiorno la legge regola la vita civile. Essa “è uguale per tutti” diversamente dalle epoche precedenti, anche recenti, quando i rapporti erano regolamentati diversamente sulla base di caratteristiche dei cittadini (censo, sesso, razza, religione, appartenenza ecc.)
Tornando al “processo a Pino Paternò” in cui è stata rievocata la vicenda di Franca Viola, giovane siciliana che nel 1966, fu segregata e stuprata e che successivamente rifiutò la tradizione spregevole del “matrimonio riparatore” decidendo di denunciare il suo stupratore. Un caso esemplare di come sia il popolo a fornire impulsi positivi al legislatore.
Sono stati bravi gli studenti del Liceo Classico “Plinio Seniore”, sotto la guida di docenti, magistrati e avvocati e gli occhi di tanti coetanei delle scuole del territorio a mettere in scena l’impianto di un processo penale secondo la procedura aggiornata del processo accusatorio e in base ad un copione inedito (da loro stessi redatto) perché fatto rivivere, con elementi di verità, il fatto criminale che è stato a suo tempo oggetto di cronaca nera insieme al ruolo determinate della giustizia nel rendersi alleata della parte lesa.
L’appuntamento dell’8 novembre tra l’altro è caduto a poche settimane dal 25 novembre, “Giornata internazionale contro la violenza di genere”. Per questo motivo la manifestazione ha assunto un significato simbolico riguardo ai progressi conseguiti a riguardo. La positiva e civile iniziativa messa in campo è stata agevolata dal patrocinio e contributo economico del Comune di Pompei e la collaborazione del suo Parco archeologico che ha ospitato la manifestazione.
Articolo di Mario Cardone