Pompei torna al centro della scena artistica internazionale grazie a un ritrovamento eccezionale: la “Deposizione di Cristo” di Andrea Mantegna, uno dei massimi maestri del Rinascimento italiano. L’opera, rimasta per secoli in anonimato all’interno del Santuario di Pompei, è stata ufficialmente attribuita al pittore veneto e restaurata nei laboratori dei Musei Vaticani.
Sabato 8 novembre 2025, nella Sala Marianna De Fusco del Santuario di Pompei, si è tenuta la conferenza inaugurale della nuova Pinacoteca Mariana, allestita all’interno della Cattedrale. Dodici opere di scuola napoletana accompagnano il capolavoro ritrovato, che oggi troneggia come simbolo del legame tra arte, fede e storia.
Alla conferenza hanno partecipato figure di spicco del mondo religioso e culturale:
Mons. Tommaso Caputo, Arcivescovo di Pompei,
Suor Raffaella Petrini, Presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano,
Gabriel Zuchtriegel, Direttore del Parco Archeologico di Pompei,
Barbara Jatta, Direttrice dei Musei Vaticani,
Lorenza D’Alessandro, docente di restauro all’Università della Tuscia,
Michele Varone, responsabile dell’Ufficio Tecnico del Santuario,
e lo storico dell’arte Carmine Tavarone, moderati da Angelo Scelzo, direttore de Il Rosario e la Nuova Pompei.
L’iniziativa, accolta con entusiasmo da pubblico e critica, celebra anche il Giubileo per i 150 anni dall’arrivo a Pompei dell’icona originale della Vergine del Rosario, simbolo della devozione promossa dal beato Bartolo Longo.

Il mistero del percorso dell’opera
Il merito della scoperta va allo studioso Stefano De Mieri, che nel luglio 2020, consultando il portale BeWeb — l’inventario dei beni mobili delle diocesi italiane — ha individuato il dipinto, fino ad allora registrato come opera anonima.
Gli studi successivi hanno ipotizzato che la “Deposizione di Cristo” provenisse dalla chiesa napoletana di San Domenico Maggiore, dove un “Cristo levato dalla Croce” era documentato intorno al 1500.
Secondo la ricostruzione degli esperti, il quadro sarebbe stato danneggiato durante un incendio e successivamente ridipinto, perdendo così la sua paternità originale. Donato in seguito al Santuario di Pompei, vi rimase dimenticato fino alla clamorosa riscoperta.
Restauro e rinascita
Il restauro dell’opera, promosso da Barbara Jatta e sostenuto dall’Arcivescovo Caputo, ha permesso di rimuovere le ridipinture e di restituire alla luce la straordinaria maestria di Mantegna.
Durante il periodo dei lavori, un segno provvidenziale ha accompagnato il percorso: Papa Francesco canonizzava Bartolo Longo, fondatore del Santuario Mariano di Pompei, in un’incredibile coincidenza tra arte e fede.
Simbolismo e spiritualità
Un dettaglio affascinante della tela ha attirato l’attenzione dei critici: la corona del Rosario stretta nella mano della Maddalena, composta da grani di corallo e cristallo di rocca.
Un elemento che sembra profetizzare la destinazione naturale dell’opera a Pompei, città mariana per eccellenza e cuore pulsante della devozione alla Madonna del Rosario.
Pompei tra arte, fede e turismo culturale
La valorizzazione della “Deposizione di Cristo” rappresenta oggi un progetto sinergico di alto profilo, che unisce istituzioni religiose e culturali.
L’esposizione permanente del dipinto nella Pinacoteca Mariana del Santuario di Pompei offrirà ai fedeli e ai visitatori un’esperienza unica, capace di coniugare spiritualità e bellezza rinascimentale.
Un passo importante anche per il turismo culturale in Campania, che trova in Pompei non solo un sito archeologico di fama mondiale, ma anche un centro vivo di arte sacra e devozione.