





Il Museo Archeologico Nazionale della Valle del Sarno si trova nello storico Palazzo Capua , edificio settecentesco, a Sarno. Raccoglie ed espone reperti provenienti dagli scavi condotti nei territori di Sarno, San Marzano sul Sarno e San Valentino Torio , un’area ricca di storia antica e insediamenti preistorici. Il museo contiene reperti provenienti dai periodi pre-romano, etrusco, sannita e romano, fino al Medioevo. Nelle teche si possono osservare corredi funerari: vasi, fibule, armi, gioielli in ambra e vetro. Tombe a cassa ellenistiche del IV sec. a.C. , affreschi come quello del “ritorno del guerriero”. Materiali greci e sannitici di VII–VI sec. a.C., statue funerarie romane e reperti medievali: vasi, frantoi, oggetti di vita quotidiana. Video e postazioni multimediali completano il percorso espositivo.
Sarno è una città di circa 31.000 abitanti, nota per la sua storia antica, il paesaggio naturale, la cucina e i prodotti tipici come il pomodoro San Marzano DOP. Situata alle pendici dei monti dell’Appennino, tra cui il Saretto/Saro, Sarno sorge vicino alla sorgente dell’omonimo fiume, antico “Sarnus.
Sarno fa parte geograficamente dell’Agro nocerino sarnese . La sua economia si basa principalmente sulla produzione agricola e sull’industria conserviera
Il territorio di Sarno fu abitato sin dalla preistoria, come dimostrano i ritrovamenti archeologici nell’area di Foce.
In epoca romana, era attraversato dal fiume Sarnus, importante via di comunicazione e commercio. Resti di un teatro romano e acquedotti sono tuttora visibili.
Intorno all’VIII secolo d.C., si sviluppò un borgo fortificato attorno a un castello longobardo, poi ampliato dai Normanni.
Nei secoli successivi divenne un feudo nobiliare appartenente a famiglie come gli Orsini, i Coppola e i Colonna.
Durante il periodo borbonico e postunitario, Sarno si sviluppò come centro agricolo e industriale, soprattutto nella lavorazione della canapa e nella produzione tessile.
All’interno del museo sono conservati numerosi arredi e corredi funebri prelevati dalle necropoli della Valle del Sarno, fra le quali alcune sepolture a cassa ellenistiche del IV secolo a.C. ricostruite all’interno del museo e provenienti dagli scavi di Galitta del Capitano, nel territorio di Sarno. In queste tombe, di periodo sannitico, sono conservate due pitture funebri su lastre di pietra. Romana è invece la statua funeraria conservata nel museo, che ospita anche gioielli e decorazioni bronzee e argentee dell’VIII-VII secolo a.C. provenienti da San Valentino Torio