Circello (BN)

Circello è un borgo rurale incastonato sulla cima di un promontorio roccioso (circa 700 m sul livello del mare), tra le valli dei torrenti Torti e Tammarecchia.
il territorio si estende su colli tra i 300 e 850 m di altitudine, offrendo panorami verso le montagne del Matese e della Daunia
presenta un Centro storico con vicoli tortuosi lastricati, archi, edifici in pietra, spesso restaurati con autenticità rurale
Le sue origini affondano nell’età preromana: faceva parte del Sannio, denominato “Taurasia” nelle fonti di Tito Livio; il territorio fu poi conquistato dai Romani e trasformato in “ager publicus”, terreno pubblico.
Nei pressi, in contrada Macchia, si trovava la colonia dei Liguri Bebiani, deportati nel 181 a.C., i cui resti archeologici sono ancora visibili, e perfino la famosa Tabula Alimentaria risalente al I secolo d.C.
Il nome stesso, “Circello” (Cercellus), deriva probabilmente dal latino cercetum o quercus, in riferimento alle querce abbondanti nell’area.
Nel Medioevo, a partire tra VIII e IX secolo, la popolazione si rifugiò sulla rupe e il borgo assunse una configurazione fortificata, con mura, camminamenti, porte e un passaggio segreto collegato al castello.
Nei secoli successivi, subì dominazioni longobarde, normanne, aragonesi e feudalismi locali: nel 1536 i Di Somma divennero feudatari, mantenendo il dominio fino al XX secolo

CASTELLO DUCALE
è un’imponente struttura fortificata situata su un’altura rocciosa che domina le valli dei torrenti Torti e Tammarecchia. Di origini antiche, fu innalzato in epoca normanna sul sito di una fortificazione longobarda preesistente. Negli secoli ha subito numerose trasformazioni, in particolare nei periodi longobardo, normanno, aragonese.
L’area fu abitata già in epoca sannitica e divenne ager publicus dopo la sconfitta dei Liguri Apuani nel 181 a.C. durante l’occupazione romana. Successivamente, a causa delle scorrerie saracene nel IX secolo, la popolazione si rifugiò sulla rupe, dando origine al primo nucleo abitativo
Il castello fu fortificato in epoca normanna. In seguito passò attraverso vari feudatari: durante l’età angioina appartenne a Giovanni de Toraldis e Giovanni Tricaldi de Bonascura; nel 1457 fu confiscato e concesso a Carlo Carafa, che probabilmente ne curò una ristrutturazione.
Battaglia del 1496
Il 3 giugno 1496 si svolse una cruenta battaglia tra gli Aragonesi, guidati da Ferdinando d’Aragona, e gli Angioini legati a Carlo VIII. Il castello resistette coraggiosamente a ben sette assalti angioini. In questa battaglia, il celebre capitano di ventura Camillo Vitelli trovò la morte sotto le mura.
Nel 1528 iniziò il dominio dei Di Somma, che trasformarono il mastio in una residenza signorile. La famiglia mantenne il feudo fino all’abolizione del sistema feudale e, con la morte dell’ultimo erede nel 1950, i beni passarono agli Ospedali Riuniti di Benevento, poi al Comune nel 1982

TORRE DI SANT’ANGELO ed EX MONASTERO
La torre sporge dal fronte dello ex monastero. Costruiti in pietra calcarea locale, insieme delimitano il ciglio di un costone roccioso. Il campanile ha una semplice forma squadrata, da cui emergono due sculture altomedievali. Oltre a quella dell’angioletto sopra menzionata, murato alla base della stessa facciata si trova anche un blocco, alto circa un metro, su cui è scolpita una curiosa figura umana.
Il soggetto sul blocco alla base della torre, dal significato ignoto, si trova in una posa contorta: leggermente abbassato, poggia il piede destro a terra e accavalla l’altra gamba, reggendola con la mano sinistra. Ha un vaso in grembo, dalle sue spalle emerge una figura più piccola, mentre altri elementi rimangono indecifrabili: qualcosa simile ad artigli o arnesi sbuca sotto le gambe, un oggetto si trova fra di esse ed un altro è retto con la mano destra. Sulla sinistra appare un bastone, scolpito con un’alternanza di fuseruole e perline;
questi elementi scultorei altomedievali sono con una data incisa del 1272, testimonianza dell’arte medievale locale.

AREA ARCHEOLOGICA DI MACCHIA
L’area archeologica di Macchia a Circello rappresenta una rara e preziosa testimonianza della deportazione e romanizzazione dei Liguri Apuani, divenuti Liguri Bebiani.
Qui sorse un pagus rurale organizzato con funzioni amministrative, economiche e sociali, che sopravvisse fino al declino tardoantico. La sua memoria è conservata attraverso resti archeologici, epigrafi e toponimi, che legano l’antico insediamento alla nascita del borgo medievale.
Nel 181 a.C. i Liguri Apuani (circa 47.000 persone provenienti dalla zona di Luni, in Liguria) furono deportati dai consoli romani Marco Bebio Tamfilo e Publio Cornelio Cetego.
Si formarono così due insediamenti:
Pagus Ligurum Bebianorum (da Bebio Tamfilo) → a Macchia di Circello
Pagus Ligurum Cornelianorum (da Cornelio Cetego) → in un’altra area del Sannio
Secondo alcune fonti, le città sannite di Taurasia e Cisauna, conquistate dai Romani nel 298 a.C. dal console Lucio Cornelio Scipione Barbato, potrebbero essere localizzate in quest’area. Il loro territorio fu trasformato in ager publicus, ossia proprietà dello Stato romano.
Nel sito fu ritrovata la tabula Alimentaria Bebiana, un reperto bronzeo di eccezionale valore epigrafico, considerato la regina inscriptionum del Sannio e il documento più importante dell’Italia meridionale di età romana.
Risalente all’anno 101, nel quale era console Articuleio Peto, citato nell’intestazione, nella tabula sono elencati i fondi e i proprietari ai quali era stata concessa, per volontà dell’imperatore Traiano, una somma di denaro in prestito, all’interesse del 2,5%. Per mantenere almeno i bambini nei periodi di crisi e carestia, l’imperatore dava a ogni città una determinata somma, che doveva essere distribuita ai cittadini, vincolati da una ipoteca, l’obligatio praediorum. Questo il motivo per cui in uno dei pannelli dell’Arco Traiano beneventano, l’imperatore compare circondato da bambini. Ecco, dunque, che l’Insitutio Alimentaria traianea non la ritroviamo soltanto sulla colonna traiana, ma anche in questa testimonianza archeologica sannita, con importanti indizi geografici e del mondo agricolo del tempo, in un periodo storico difficile per l’agricoltura. Nella tavola dei Liguri Bebiani, la Institutio viene descritta come opera di indulgentia dell’imperatore nei confronti dell’Italia. Un modo per prendersene cura, per tenerla ancorata sotto alla sua egida, tenendola al centro dell’impero, preservandone l’economia e l’andamento socio-economico-militare.

CHIESA DELLA SS ANNUNZIATA
è un edificio religioso di rilevanza storica. La chiesa, risalente al periodo medievale, presenta una facciata semplice e lineare, tipica dell’architettura sacra rurale. L’interno è caratterizzato da una navata unica con soffitto a capriate in legno. Gli elementi decorativi interni, come affreschi e stucchi, rispecchiano l’arte religiosa locale, con influenze barocche introdotte nei secoli successivi. La chiesa è un esempio significativo di architettura religiosa dell’epoca, che fonde semplicità strutturale con dettagli artistici tradizionali.

CHIESA DI SAN NICOLA
Un edificio religioso in muratura di antica edificazione, edificato intorno al XI secolo ad opera delle maestranze campane locali.
Un antico luogo di culto dedicato a San Nicola di Bari. La struttura, che risale al periodo medievale, si distingue per il suo stile sobrio e austero, tipico delle chiese di campagna. La facciata semplice è arricchita da un piccolo campanile, mentre l’interno, a navata unica, conserva elementi decorativi di epoche successive, tra cui altari in marmo e alcune opere d’arte sacra.