



Il Castello di Casalduni domina il borgo omonimo da quasi un millennio e rappresenta uno dei più importanti esempi di architettura difensiva del Sannio beneventano.
Le prime attestazioni risalgono al XII secolo, quando il sito è menzionato nel Catalogus Baronum come “Casale di Caselatorre”, feudo del milite Tommaso Fenucchio.
La nascita del castello si colloca nel periodo dell’incastellamento, quando i feudatari longobardi e normanni eressero una rete di fortificazioni per il controllo del territorio.
Nel corso dei secoli, Casalduni fu feudo di importanti famiglie nobiliari legate agli Angioini e agli Aragonesi, tra cui i Carafa e i Caracciolo, intorno ai quali sorsero le leggende dei “Duchi tiranni di Casalduni”.
Nel 1538 il castello è citato in un atto notarile di vendita tra Diomede Carafa e Pietro Sarriano, a testimonianza della sua centralità nella vita politica ed economica locale.
Gravemente danneggiato dal terremoto del 1688, che spaccò in due la rupe antistante, il maniero conservò tuttavia la sua struttura originaria.
Dopo secoli di abbandono, il castello fu acquisito dal Comune di Casalduni nel 1980 e sottoposto a un accurato intervento di restauro, che ne ha preservato il fascino medievale e la valenza storica.
Architettura e fascino del Castello di Casalduni
Il Castello di Casalduni è una costruzione maestosa, con possenti mura in pietra e ambienti interni che ancora oggi raccontano la sua lunga storia.
Passeggiando tra le sale e i cortili, si percepisce l’atmosfera di un tempo: un luogo che conserva mistero, eleganza e autenticità.
I lavori di restauro hanno rispettato le strutture originali, valorizzando ogni dettaglio e rendendo il maniero accessibile ai visitatori, senza intaccarne l’anima antica.
Le torri d’avvistamento e la taverna di Ferrarisi
Alla fortezza sono collegate due torri d’avvistamento:
una si trova nei pressi del castello;
l’altra in contrada Ferrarisi, accanto ai resti di una taverna medievale, un tempo utilizzata come punto di ristoro per soldati, commercianti e allevatori in transito lungo il tratturo.
Queste strutture furono utilizzate nei secoli da soldati normanni, angioini e aragonesi, ma anche da briganti e partigiani durante i moti risorgimentali.
Tra il XVI e il XVIII secolo, Casalduni visse un periodo di forte espansione.
Dopo il terremoto del 1688, che distrusse gran parte del borgo, furono ricostruite la Chiesa di Santa Maria della Consolazione e la Chiesa di San Rocco, quest’ultima miracolosamente risparmiata dal sisma e divenuta poi parrocchia.
Di fronte al castello, una grande rupe spaccata testimonia ancora oggi la violenza del terremoto, aggiungendo un tocco di mistero al paesaggio circostante.
Casalduni è un pittoresco borgo collinare della provincia di Benevento, immerso nel verde del Sannio campano. Sorge a circa 300 metri d’altitudine, lungo le pendici del Monte Cicco e nei pressi del fiume Tammaro, in un paesaggio caratterizzato da boschi, uliveti e piccole valli coltivate. Il territorio comunale, ampio e ricco di contrade rurali, conserva un fascino genuino e tranquillo, tipico dei borghi dell’entroterra campano.
Il territorio è abbastanza esteso in termini rurali: è suddiviso in numerose contrade (frazioni, località): ad esempio Acquaro, Ferrarisi, Prato, Vado della Lota, Vaglie e altre.
Le origini precise sono incerte, ma il borgo esisteva già in epoca normanna.
In un documento del 1335, in una bolla di Papa Clemente V, Casalduni è menzionato come Castrum Casaldonis, nell’ambito dei confini del territorio di Benevento.
Fu feudo normanno, poi angioino, con passaggi di proprietà legati a famiglie nobili locali e vicende politiche della regione.
Un episodio tragico della sua storia è il massacro di Casalduni–Pontelandolfo del 1861, operato da truppe piemontesi, che colpì la popolazione civile.
La Chiesa della Madonna del Carmelo / Chiesa dell’Assunta e la Chiesa di San Rocco sono altri luoghi religiosi importanti.
Tradizioni religiose: feste patronali per Sant’Antonio di Padova (13 giugno), Madonna del Carmelo (16 luglio), Santa Rita da Cascia (22 maggio)
Il comune ha una densità di popolazione bassa-moderata, tipica dei borghi dell’entroterra sannita.
Economia locale basata su agricoltura, produzioni tipiche (ulivo, castagne, forse vigneti), con forte legame al territorio e natura.
Oggi Casalduni è un luogo ideale per chi cerca tranquillità, contatto con la natura e il calore delle tradizioni popolari, lontano dai ritmi frenetici delle città ma vicino al cuore più vero della Campania.
Di fronte al castello si trova una rupe spaccata, memoria del terremoto del 1688.
Nei pressi sorgono due torri d’avvistamento di epoca medievale, una delle quali in contrada Ferrarisi, dove si trovano i resti di un’antica taverna per soldati e viandanti.
Le strutture furono utilizzate anche da briganti e partigiani durante i moti risorgimentali.
percorso storico-naturalistico che parte da contrada Ferrarisi, tocca la prima torre e la taverna, risale fino al Castello di Casalduni (dove si trova anche una piccola area picnic) e prosegue lungo il fiume Alente, nella località Terravecchia, dove si possono ammirare i resti di antichi mulini e pastifici immersi nella natura e accompagnati da una pittoresca cascata.
Si racconta che nelle notti di luna piena si possano udire i passi dei “Duchi tiranni” che vagano tra le mura del castello.
La cappella di San Rocco, risparmiata dal sisma del 1688, è uno dei pochi edifici rimasti intatti e rappresenta oggi un importante luogo di culto.
L’area del fiume Alente è perfetta per escursioni, fotografia naturalistica e visite guidate per scuole e famiglie.
La gastronomia casaldunese rispecchia la genuinità della tradizione contadina del Sannio. L’olio extravergine d’oliva, il vino locale, le castagne, il miele e i formaggi artigianali sono i protagonisti della tavola, insieme a piatti semplici ma ricchi di sapore come le lagane e ceci, la pasta fatta in casa con sugo di castrato e le frittelle di verdure di stagione. Non mancano dolci tipici delle feste, come i taralli glassati, le pizze dolci di Pasqua e i mostaccioli natalizi.
La vita contadina resta ancora oggi un pilastro dell’identità locale: molte famiglie mantengono piccoli orti, producono olio e vino per uso domestico e tramandano antiche ricette di generazione in generazione. Le feste paesane diventano così occasioni per ritrovarsi, condividere i sapori del territorio e mantenere viva la memoria collettiva.
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🚗 In auto: da Benevento seguire la SS87 in direzione Campobasso, poi deviazione per Pontelandolfo e Casalduni.
🚆 In treno: stazione di Benevento, poi autobus regionale per Casalduni.
🚌 In bus: collegamenti quotidiani da Benevento e Campobasso.