La Necropoli si trova ad Avella, un comune in provincia di Avellino. Immerso nella Valle del Clanio, al confine tra l’Irpinia e il Nolano, il sito si trova ai piedi dei monti del Partenio, una zona di forte valenza storica e paesaggistica.
Il complesso comprende quattro mausolei funerari costruiti in Opus incertum o reticolara, con inserti in laterizio. La costruzione risale alla tarda età ellenistica e la prima età imperiale e si sviluppa lungo l’asse viario extra-urbano che, uscendo dalla città antica di Abella (nome antico di Avella), conduceva ad Ovest verso la pianura campana.
L’architettura delle tombe Romane di Avella sono tipici monumenti sepolcrali a pianta quadrata o “a dado” costituiti da due corpi sovrapposti: la parte inferiore quadrangolare, che poggia su mattoni laterizi sporgenti, e quella superiore, cilindrica, terminate a cuspide o sormontate da un’edicola.
La cella sepolcrale, a pianta rettangolare e volta a botte, è contenuta nel corpo inferiore e presenta un ingresso molto basso; peculiari sono le sue dimensioni ridotte che, per questo motivo, le permettevano di contenere solo il corredo e le urne cinerarie, caratterizzando, difatti, i mausolei avellani rispetto a quelli ritrovati altrove.
Il Mausoleo di Avella fa parte del Parco Archeologico dell’antica Abella e rappresenta una delle testimonianze più antiche della presenza romana in Campania.
Il comune di Avella, provincia di Avellino, è situato nel cuore di una grande conca dell’Appennino Campano. Si estende ai piedi dei monti del Partenio.
L’etimologia del nome ha diverse ipotesi: sembrerebbe provenire da Abblona, “ricca di mele”; da “abel” che in latino significa “campo erboso”.
Le origini di Avella sono molto antiche.
Il primo popolo a vivire nell’entroterra campano sono stati gli Osci, una stirpe italica preromana che abbitava una fertile pianura che si estendeva in maniera più consistente rispetto a quella attuale,tra il massiccio del Partenomio e la piana di Palma Campania.
Dopo gli Etruschi, Avella divenne sannita intorno al V secolo a.C., un dominio che durò poco più di un secolo. Con l’arrivo dei Romani, nel 399 a.C., diventò Municipio.
In epoca romana la città era tra le più considerate per via della fedeltà mostrata.
Successivamente fu travolta dall’inviasione dei Vandali, dei Goti e dei Greci che la distrussero.
Dopo i Longobardi e i Saraceni, la città attraversò un periodo di pace con l’arrivo dei Normanni e il ritnorno degli Avellani che diede inizio alla Baronia di Avella che comprendeva l’attuale comune di Baiano e Cicciano.
La dinastia dei baroni avellani ebbe inizio con Arnaldo, nipote di Riccardo, conte di Avella e principe di Capua, sviluppandosi poi attraverso Rinaldo III, cavaliere di Carlo D’Angiò, la famiglia Orsini, Filiberta di Chalou, Girolamo Colonna, Caterina Saracino e i conti Spinelli, che abbellirono Avella con vie ed edifici pubblici, riportando all’antica gloria il Castello e il Palazzo Baronale.
Antistante il complesso necrologico di Avella, il sito archeologico presenta un piccolo Museo Archeologico dove sono esposti numerosi reperti ritrovati nella necropoli come anfore, lucerne, oggetti in bronzo e monete oltre ai reperti funerari.
MIA Avella – Museo Immersivo e Archeologico di Avella è un allestimento tecnologico realizzato presso il Palazzo Baronale di Avella ed è un progetto rientrante nel piano di valorizzazione territoriale del Sistema Irpinia. Si tratta di un percorso multimediale caratterizzato da proiezioni, suggestioni grafiche, quadri parlanti e postazioni di Realtà Virtuale per raccontare la storia di Avella e del Palazzo
Area archeologica delle Tombe Romane di Avella
IN AUTO
da Roma circa 2h e 43 min
da Napoli circa 36 min
da Salerno 43 min
IN TRENO
da Roma circa 2 h e 56 min
da Napoli circa 1 h e 16 min
da Salerno circa 1 h e 34 min